Ecco la versione italiana della poesia di Guillaume Marie pubblicata nell’antologia Ces Mots traversent les frontières, 111 poètes d’aujourd’hui » (Le Castor Astral), uscita nel gennaio 2023.
Nel labirinto da cui Agostino cercava di fuggire c’erano cornacchie.
Le cornacchie di cui Agostino avrebbe voluto qualche piuma gracchiavano sul grande albero.
Sul ramo dove Agostino si era arrampicato c’era una compagnia di formiche.
Dalle formiche Agostino voleva liberare il suo albero.
Dal suo albero Agostino sognava di volare via.
Nel mezzo del volo Agostino si svegliava nel cuore della notte.
Nella notte che Agostino non si godeva c’erano incubi.
Negli incubi di cui cercava di liberarsi c’erano cornacchie nere
E gatti.
Dei gatti di Agostino si dice che avevano l’aspetto di uccelli.
Delle cornacchie del grande parco si dice che erano delle reincarnazioni.
Dei sosia di Agostino ne abbiamo incontrato alcuni.
Di Agostino si dice che si metteva da solo nei labirinti.
Dei labirinti da cui voleva fuggire fuggivano solo animali volanti.
Di Icaro Agostino osservava che era stato un po’ sciocco.
Per pura noia Agustino a volte si ubriacava.
Nella sua ubriachezza inventava mondi in cui le cornacchie gracchiavano.
Alle cornacchie avrebbe voluto rubare una o due belle piume.
Piccole piume uscivano regolarmente dalla sua trapunta.
Nella sua trapunta i gatti di Agostino sguazzavano al mattino.
Ogni mattina Agostino iniziava con una tazza di caffè ristretto.
Il nero dei gatti di Agostino li faceva talvolta scambiare per uccelli.
I becchi aperti delle cornacchie si contendevano la carcassa di un gatto.
La sera per Agostino talvolta si provava pena.
Avere alberi fuori dalla finestra gli faceva venire voglia di essere un uccello.
Volare era ciò che aveva provato a fare Icaro.
Icaro era comunque un po’ uscito dal labirinto.
Guillaume Marie 2022
Trad. Claire Arago